Una parentesi importante nella storia dell’elettronica e dell’audio.

La storia delle Stereo 8 inizia negli anni ’60, quando si comincia ad avere l’esigenza di creare un sistema pratico, poco ingombrante e di basso costo, che permettesse di portare la musica in alta fedeltà ovunque.

I supporti audio già presenti sul mercato: bobine e vinili.

Il nostro racconto inizia dalla grande diffusione del nastro magnetico a partire dalla metà degli anni ’50. Erano in voga i famosissimi registratori a bobine, che servivano ad incidere parole e musica su nastro. In Italia una delle aziende leader era la Geloso che aveva nel catalogo apparecchi a costi accessibili e di dimensioni varie. Questi magnetofoni, però, non avevano la qualità HI-FI di altri marchi presenti sul mercato. Parallelamente, molte aziende straniere, come Grundig, Philips e Sony, stavano già implementando la stereofonia e la registrazione mono su 4 tracce. Questi apparecchi avevano una qualità degna dell’Alta Fedeltà e, allo stesso tempo, un costo accessibile. 

Per le applicazioni professionali, esistevano registratori a bobine stereofonici che consentivano altissime prestazioni: un esempio è il Revox A-77 o il PR-99, oggi diffusissimi tra gli audiofili. L’unica pecca è, come si può immaginare, il costo elevato e, per questo, erano riservati agli addetti ai lavori. 

Non dimentichiamo il disco in vinile che, nonostante la sua popolarità, non poteva rispondere pienamente all’esigenza di ascoltare la musica in movimento. Ad esempio, le fonovaligie potevano essere portate dappertutto, ma in macchina la puntina sarebbe saltata ad ogni buca o curva. Non per questo è stata abbandonata la sperimentazione verso la portatilità: qualche rarissimo mangiadischi da auto ogni tanto si vede nelle fiere dell’elettronica e dei mercatini dell’usato. 

Alla fine degli anni ’50 serviva dunque un prodotto nuovo, facile da usare, per accontentare sia i giovani che gli adulti. La RCA americana cominciò per prima a commercializzare uno dei primi prototipi di audiocassetta, la RCA tape cartridge – Magazine Loaded. Era ancora troppo ingombrante, lunga quasi 20 cm e alta 12, ma già abbastanza sottile perché montava un nastro da 1/4 di pollice. Lo stesso nastro che sarà poi utilizzato per le stereo 8.

Unire praticità ed alta qualità d’ascolto: nasce la stereo 8.

Nell’ambito di questa vivace ricerca tecnologica, l’inventore americano Bill Lear alla fine degli anni ’60 fece uscire i suoi primi prototipi della 8-track cartridge, questo il suo nome originale.

Questa cassetta con nastro magnetico era comoda da portare in auto, perché, una volta inserita nel lettore, i programmi e le tracce scorrevano in automatico e all’infinito. Le dimensioni ridotte la rendevano perfetta per essere portata ovunque. I lettori e i registratori di stereo 8 erano economici, alla portata di tutti e garantivano un’ottima qualità audio. 

Proprio per questa sua versatilità, divenne subito popolare e fu utilizzata dalle case discografiche come supporto per la diffusione della musica, accanto ai vinili. Una delle major a credere da subito in questa innovazione fu la RCA, che promuoveva le cassette anche sul retro delle copertine dei 45 giri.

 

Lo sviluppo successivo della registrazione magnetica portatile è la musicassetta, che nasce quasi parallelamente alla stereo 8, grazie agli ingegneri della Philips che brevettarono la compact cassette nel 1963 come Compact Cassette. 

Per approfondire, un breve speciale che abbiamo realizzato qualche anno fa in collaborazione con Place2B Siena